13 novembre 2020

Anna Bon

  Anna Bon è nata probabilmente in Russia o a Venezia, durante un viaggio di lavoro dei suoi genitori, entrambi artisti. Di certo si sa che fu battezzata a Bologna il giorno 11 agosto 1938. Il padre era Girolamo Bon, noto architetto e artista bolognese che fu anche librettista e scenografo. La madre, Rosa Ruvinetti, era una cantante.
  All'età di quattro anni, i suoi genitori la iscrissero all'Ospedale della Pietà come "pupilla pagante" (figlia de spesi), in quanto non era un'orfana come la maggior parte di bambini dell'Ospedale, bensì una ragazza di buona famiglia. Le ragazze che studiavano musica all'Ospedale erano chiamate le "putte di Vivaldi", perché Antonio Vivaldi era uno dei prestigiosi insegnanti alla Pietà e scriveva musica per le allieve.
  Nel 1755 i suoi genitori si trasferirono a Bayreuth, presso la corte del margravio Federico di Brandeburgo, marito di Guglielmina di Prussia che era la sorella maggiore di Federico il Grande, re di Prussia. L'anno successivo, Anna si ricongiunge ai suoi genitori e, nonostante la sua giovane età, ricopre il prestigioso incarico di "virtuosa di musica da camera". Sempre nel 1756, pubblica le Sei Sonate da Camera per flauto e cembalo op.1, dedicate a Federico di Brandeburgo.
  Dopo la morte di Guglielmina, le attività artistiche della corte di Bayreuth ebbero una progressiva decadenza. Per questo motivo, nel 1762 Anna si trasferì a Eisenstadt, alla corte di Esterházy, dove rimase per tre anni.
  Nel 1767 è segnalata in Turingia, a Hildburghausen, insieme al cantante Mongeri che era diventato suo marito. In seguito, non si hanno più sue notizie.

  Strumentista virtuosa, cantante e compositrice, frequentò le più raffinate corti europee. Anna Bon è stata una delle più celebri musiciste del tempo.
  Oltre le citate Sei Sonate op.1 (1756), abbiamo due ulteriori raccolte dello stesso periodo: Sei Sonate per clavicembalo op.2 (1757) e Sei Divertimenti (Trio Sonate) per due flauti e basso continuo op.3 (1759).
  Ha scritto anche un'opera, purtroppo perduta, durante il suo soggiorno a Eisenstadt.

25 marzo 2020

People Get Ready

People Get Ready fu scritta nel 1964 da Curtis Mayfield per celebrare la “March on Washington for Jobs and Freedom” avvenuta il 28 agosto del 1963.
La manifestazione si ricorda soprattutto per lo storico discorso di Martin Luther King “I have a dream”.
In seguito fu scelta dal grande predicatore nero come inno non ufficiale del Movimento per i diritti civili.

Uscì nel 1965 come singolo degli Impressions, un gruppo afroamericano di Chicago del quale Mayfield faceva parte. Mayfield, oltre ad essere l’autore del brano, è il chitarrista del gruppo.
Jimi Hendrix ha sostenuto di essersi ispirato proprio agli inserti chitarristici di questa canzone per forgiare il suo stile.

Il brano si ispira al Vangelo e fa parte di quelle canzoni che utilizzano la metafora del treno come liberazione dei neri d’America. Il treno simboleggia la via di fuga degli schiavi del sud verso il nord industrializzato.
‎‎People Get Ready è anche uno dei brani del quale sono state realizzate numerose cove: dai Vanilla Fudge a Bob Dylan, da Bob Marley ad Aretha Franklin, da ‎Bruce Springsteen a agli U2 e tanti altri ancora.‎

People get ready, there's a train comin'.
You don't need no baggage, you just get on board.
All you need is faith to hear the diesels hummin'.
You don't need no ticket, you just thank the Lord.

People get ready, there's a train to Jordan
Picking up passengers from coast to coast.
Faith is the key, open the doors and board them.
There's hope for all among those loved the most.

There ain't no room for the hopeless sinner
Who would hurt all mankind just to save his own.
Have pity on those whose chances grow thinner
For there is no hiding place against the Kingdom's throne.

People get ready, there's a train comin'.
You don't need no baggage, just get on board.
All you need is faith to hear the diesels hummin'.
You don't need no ticket, just thank the Lord.‎

https://www.youtube.com/watch?v=NdKEbnS1eBE

9 marzo 2016

Aunt Molly Jackson

Figlia e moglie di minatori, madre, vedova, ostetrica, sindacalista, attivista politico e cantastorie, Aunt Molly Jackson è testimone del periodo di transizione della zona dei Monti Appalachi da un’economia agraria a quella dipendente dal settore minerario.
Attratti dalle ricche miniere di carbone della regione, alcuni investitori acquistano i diritti di sfruttamento della terra trasformando gli abitanti in minatori.

Nel 1920 diminuisce la domanda di carbone e l’industria entra in crisi. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i minatori.
Membro della ”United Mine Workers, scrive canzoni di denuncia come I Am A Union WomanKentucky Miner's Wife, e  Poor Miner's Farewell.
A causa della sua attività  sindacale Aunt Molly Jackson viene imprigionata e il marito costretto a divorziare da lei per poter mantenere il lavoro.

13 aprile 2015

UFO Club



Nella seconda metà degli anni '60 i giovani inglesi reclamano uno spazio interdisciplinare. Sul modello degli happening americani nasce una forma di spettacolo in cui diversi linguaggi artistici (musica, immagini, poesia, danza, etc.) si mettono in relazione e dove viene superata la barriera tra il pubblico e gli artisti.

Nei primi mesi del 1966 al Marquee di Londra si tenevano gli “Spontaneus Underground” con musica dei Pink Floyd.
Visto il grande successo di pubblico, gli organizzatori cercarono uno spazio più grande trovandolo in un locale seminterrato al 31 Tottenham Court Road dove c’era una sala da ballo chiamata “Blarney Club”.
Nasce così l’UFO Club dove i concerti venivano accompagnati da proiezioni di diapositive e giochi di luce.
Il locale è stato il trampolino di lancio per molti gruppi della scena underground inglese quali: Pink Floyd, Soft Machine, Fairport Convention, Procol Harum, Incredible String Band e molti altri.

3 dicembre 2014

Einstürzende Neubauten - Lament

Ho assistito all’esecuzione di Lament, l’ultimo lavoro degli Einstürzende Neubauten.
 Si tratta di un’opera sul primo conflitto mondiale del quale quest’anno ricorre il centenario. Il lavoro non vuole essere né un concerto, né un musical, ma di una “composizione per palcoscenico” che potrà essere eseguita anche da altri gruppi che non siano i “nuovi edifici che crollano” (traduzione italiana del nome della storica band berlinese).
 Blixa Bargeld e compagni si sono esibiti insieme a un quartetto d’archi, suonando oggetti che utilizzati nel periodo preso in considerazione, come due stampelle “elettrificate” che scandivano i passi producendo differenti sonorità. Purtroppo le stampelle sono state beffardamente malauguranti in quanto Blixa, in una pausa tra due parti e con le luci spente, è caduto dal palco durante il concerto. Trasportato a braccia su una sedia al centro del palco, ha voluto finire la sua esibizione per poi uscire su una sedia a rotelle e portato in ospedale per accertamenti.
Lament è stato commissionato in Belgio e la prima è stata realizzata a Diksmuide, l’8 novembre scorso. In quella zona si è combattuta la battaglia dell’Yser nei primi mesi del conflitto, quando la Germania invase le Fiandre per potersi dirigere verso il canale della Manica.
Il lavoro è composto da quattordici brani e diviso in tre parti:

   - I -
Kriegsmaschinerie
Hymnen
The Willy - Nicky Telegrams
In De Loopgraaf
Der 1. Weltkrieg (Percussion Version)
On Patrol In No Man's Land
Achterland
Armenia 3
Lament
How Did I Die?
 
   - II -
Sag Mir Wo Die Blumen Sind
Let’s Do It A Dada
All Of No Man’s Land Is Ours

   - III -
Ich Gehe Jetzt

Gli Einstürzende Neubauten hanno utilizzato materiali audio originali trovati presso gli archivi sonori della Humboldt University di Berlino, quelli del Deutsches Rundfunkarchiv di Francoforte e al Militärhistorische Museum der Bundeswehr di Dresda. In Lament si possono quindi ascoltare le registrazioni di prigionieri di guerra e rumori di oggetti dell’epoca insieme a un mottetto del compositore Jacob Clemens non Papa che visse proprio a Diksmuide, dove è sepolto.

Anche i testi sono stati raccolti da diverse fonti: dai telegrammi tra il kaiser Gugliemo II e lo zar Nicola II all’inno antibellico Sag mir wo die Blumen sind cantato da Marlene Dietricht e ai testi ironici di Joseph Paul che descrisse la prima guerra mondiale come un music hall composto da rumori di animali. Blixa Bargeld non ha mancato di omaggiare i futuristi italiani, in particolare Marinetti e Russolo del quale gli Einstürzende Neubauten si possono considerare i diretti eredi musicali.