31 marzo 2011

Un anno in conservatorio

Questa volta non c'era nessun sciopero, ma la partecipazione al secondo incontro del seminario Yellow Shark non è stata elevata. Ieri sono andato a vedere un interessantissimo seminario sulle Musiche dell'Africa centromeridionale tenuto da Serena Facci che è una stimatissima etnomusicologa, nonché mia amica. Anche in questa occasione, secondo me, la partecipazione del pubblico non era adeguata all'evento. Ironia della sorte, pure a questo seminario toccherà la sventura di avere una giornata (domani 1 aprile) in concomitanza con uno sciopero dei trasporti pubblici come era successo al primo incontro di Yellow Shark.

Scioperi a parte noto, che queste manifestazioni non sono molto seguite e le cause possono essere molteplici. Escludendo il disinteresse per i temi trattati (continuo a incontrare studenti e colleghi che si rammaricano di non aver partecipato al seminario su Frank Zappa), penso che ci sia un po' di dispersione delle attività. Molti mi hanno anche detto che la pubblicizzazione di questi eventi risulta insufficente, nonostante io abbia provveduto ad affiggere e distribuire depliant informativi del mio seminario. Infine l'orario antimeridiano penalizza la partecipazione sia di chi studia che di chi è impegnato al lavoro.

Tengo a precisare che queste considerazioni non intendono muovere alcuna critica, ma solo ad analizzare lo stato delle cose. Ne approfitto per ringraziare tutte le persone che hanno permesso la realizzazione del mio seminario come le ragazze dell'ufficio stampa del conservatorio e il personale tecnico e amministrativo.

17 marzo 2011

Un anno in conservatorio

Venerdì scorso ho tenuto in conservatorio il primo dei due incontri del seminario Yellow Shark su Frank Zappa. Venerdì scorso c'è stato uno sciopero generale che interessava anche il trasporto pubblico. L'ho saputo troppo tardi quando non era più il caso di cambiare data, cosa comunque difficile dato che la Sala dei Medaglioni è molto impegnata. Peccato, perchè ovviamente lo sciopero e i disagi da esso derivati hanno penalizzato la partecipazione del pubblico. Anche i miei allievi mi hanno telefonato dicendo che erano impossibilitati a venire. Comunque sono soddisfatto, perché tutto il resto è andato bene e perché l'occasione è stata per me una sorta di prova tecnica per le mie lezioni e seminari futuri. Tra gli intervenuti ci sono stati anche i colleghi Paolo Damiani e Franz Albanese che ringrazio.

14 marzo 2011

Frank Zappa - la vita e le opere (parte 1)

Prima di Zappa

La popolazione del continente americano si è formata principalmente attraverso ondate migratorie che si sono succedute periodicamente. Alla fine del XIX secolo, quando negli USA non c’era ancora una omogeneità culturale, un nuovo afflusso di popolazioni portò nel paese una grandissima varietà di etnie con le loro religioni,culture, tradizioni e musiche. Nasce così il Melting Pot americano. Anche la musica risente di questo crogiuolo culturale ed è per questo che in America si sono formati generi nuovi generi musicali come il blues, il jazz, il rock, la bossa nova, il tango che si sono poi diffusi nel resto del pianeta. Uno dei padri della musica americana fu Charles Edward Ives che ricevette la prima istruzione musicale dal padre che dirigeva la banda della sua città e che amava inventare e sperimentare nuove forme e modi di fare musica. La maggior parte delle composizioni di Charles Ives non fu eseguita per anni a causa del forte carattere sperimentale e innovativo. Per questo Ives non pensò mai di fare il musicista di professione, scegliendo il mestiere di assicuratore. Per la sua musica ha usato inni, canzoni e marce risalenti alla tradizione dei padri fondatori. I suoi esperimenti sull’uso di più tonalità hanno dato origine a uno dei primi brani politonali, le Variations on «America» per organo (1888). La sua musica fu riscoperta e apprezzata solo dopo la sua morte dalle generazioni posteriori. Il musicista che più di ogni altro ha influenzato Frank Zappa è sicuramente Edgar Varèse. Il compositore francese naturalizzato statunitense si dedicò alla musica dopo avere interrotto i suoi studi scientifici. Negli Stati Uniti si allontana progressivamente dagli ambienti musicali per entrare in contatto con scienziati, tecnici e inventori, grazie al lavoro dei quali abbandona le basi tradizionali della musica. Fu uno dei pionieri della musica elettronica con Poème Electronique (1957-58) composto in occasione dell'Exposition Universelle di Bruxelles del 1958. La sua composizione più conosciuta è Ionisation (1929/31), un brano di sei minuti basato sulla pura ritmica e ispirata dal traffico nelle strade di New York. Il pezzo presenta un organico unicamente composto di strumenti a percussione: 41 strumenti divisi tra membranofoni, metallofoni, idiofoni a frizione, a scuotimento, sirene e un pianoforte utilizzato soltanto per produrre cluster nel registro grave. Qui la forma viene generata da brevi combinazioni ritmiche (Idee Fixes) sviluppate di volta in volta dai vari strumenti impiegati. La melodia (almeno nel suo senso più comune) scompare per lasciare il posto ad episodi costruiti su contrasti ritmico-timbrici.


dagli inizi a Freak Out

Frank Vincent Zappa nasce del Maryland 21 Dicembre 1940 da genitori di origini siciliane e greche. Nei primi anni '50 la famiglia Zappa si trasferisce in California, ai margini del deserto del Mojave. L’ascolto di Ionisation di Edgar Varèse indirizzerà Zappa verso una musica realizzata spesso con l’impiego di tecniche e soluzioni innovative. Frank Zappa fin dagli esordi realizza una musica utilizzando esperienze provenienti dal rock, dal jazz e dalla musica classica. Fu forse il primo compositore che riunisce i vari linguaggi musicali del XX secolo: dal rock al jazz, dallo jodel alla musica concreta; da Stravinskij al doo-wop. A quindici diventò un appassionato di rhythm and blues e iniziò a suonare la batteria, prima di passare alla chitarra elettrica. Fece parte dei Blackouts, un complessino scolastico che suonava musica nera e che fu uno dei primi gruppi multi-razziali essendo formato da tre neri, due messicani e due bianchi. Le prime esperienze musicali consistono nel suonare nei bar, musicare commercial per le televisioni locali e comporre colonne sonore per film di serie B. Nel 1962 fu anche ospite televisivo al Steve Allen Show, dove si esibì in un “concerto per bicicletta”. In seguito aprì uno studio di registrazione a Cucamonga, che divenne la base per la sua attività discografica. Cucamonga è anche il nome dell’album che raccoglie i singoli che Zappa scrisse per altri in quegli anni (1962-64). Zappa aveva pochi amici e tra questi c’era Donald Van Vliet, noto in seguito con il nome di Captain Beefheart e che diventerà l'incarnazione dello spirito freak. Tra i suoi numerosi lavori, Trout Mask Replica può essere considerato il capolavoro del genere I due si divideranno e si riavvicineranno più volte negli anni successivi. Nel 1964 Zappa si unisce ai Soul Giants di Ray Collins, Roy Estrada e Jimmy Carl Black. Da questo gruppo nasceranno le Mothers Of Invention con le quali incide il primo album Freak Out che esce nel 1966. Freak Out è uno dei primi album doppi (la disputa è con Blonde on Blonde di Bob Dylan) e uno dei primi concept-album della storia del rock. Il termine freak out è di difficile traduzione nella nostra lingua: si può intendere come “fuori di testa” o più semplicemente “sballo”, cioè quello stile di vita in opposizione al modello tradizionale e (falso) perbenista. In Help I’m A Rock e Return Of The Son Of Monster Magnet Zappa applica la tecnica del collage usando tasselli musicali di ogni genere: rock, rumori, discorsi, commercial, arie da operetta, folk, blues, jazz. Zappa si propone sin dagli inizi come un’artista eclettico, che non si ferma al solo aspetto musicale. Come consuetudine nel rock, anche per Zappa la copertina dell’album appartiene all’opera d’arte. Limitandoci all’aspetto musicale Zappa non si limita a suonare la chitarra all’interno del gruppo, ma ricopre anche il ruolo di compositore, direttore d’orchestra e produttore. Compone le linee melodiche e gli arrangiamenti, sceglie e dirige gli strumentisti necessari per i vari brani, usa la sala di registrazione in modo creativo come fosse un ulteriore strumento. Il risultato è una dissacrante critica alla società consumista e ai suoi miti, senza risparmiare anche chi si pone in alternativa ad essa. Costruisce parodie sulla vita americana dell’epoca descrivendo l’oppressione delle metropoli, le false promesse dei mass-media e l’annullamento della personalità.

5 marzo 2011

Un anno in conservatorio

Martedì era stato convocato il collegio dei docenti con all'ordine del giorno i corsi pre-accademici. Questi corsi , non ordinamentali, dovrebbero sostituire il vecchio ordinamento che dal prossimo anno non sarà più attivato. Ovviamente questi corsi non rilasceranno alcun titolo e, sopratutto, non saranno indispensabili per iscriversi al conservatorio. Per questo motivo se si decide di attivarli bisogna farlo con molta attenzione. A fronte di corsi pre-accademici impegnativi e costosi, la scelta di genitori o di chi aspira ad entrare in conservatorio probabilmente si rivolgerebbe al mercato privato. L'argomento è quindi delicato e di vitale importanza per il futuro dell'istituzione in cui operiamo, ma dopo mezz'ora di attesa il direttore ha dovuto sciogliere il collegio per la mancanza del numero legale! Quest'ultimo episodio è la riprova di quanto sia scarsa la partecipazione dei docenti alla vita del conservatorio. Questa scarsa propensione alla condivisione del lavoro, nonché alla sua organizzazione e pianificazione, è sempre stata una caratteristica degli insegnanti di conservatorio (almeno in quelli dove ho insegnato). Deriva dall'atteggiamento, ereditato dalle precedenti generazioni di docenti, di chiudersi nella propria aula e occuparsi solo della propria classe (in alcuni deprecabili casi neanche di quella). Quest'atteggiamento porterà inevitabilmente alla chiusura di quei conservatori che non offriranno un "prodotto" valido e competitivo. Molti colleghi non capiscono che ormai, per avere le iscrizioni necessarie alla nostra sopravvivanza, i conservatori dovranno confrontarsi con la realtà del "mercato" dell'istruzione musicale. C'è da dire che molti insegnanti di conservatorio sono prossimi alla pensione e per questo poco interessati al futuro della nostra istituzione, ma è un errore perché il futuro è di tutti e perché non mi sembra giusto che il nostro lavoro vada perduto.